Serva
di Dio |
«lo pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore
perché rimanga con voi per sempre... Lo Spirito Santo che il
Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi
ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
(Cv 14, 16.26)
1.
Sono tenuta nella contemplazione
di quel periodo trascorso dai convenuti nel Cenacolo insieme a Maria, nella fervida
attesa dello Spirito Santo. Più che altro mi fisso nelle disposizioni interiori
della Divina Madre (10.5.1951).
Nell'immediata preparazione alla grande missione dello Spirito Santo, Maria era in
una ricchezza di grazia ammirabile. Tutte le meraviglie dei suoi stati interiori,
dall'Annunciazione e via via in perfetto accordo di associazione ai Misteri del Cristo,
avevano toccato il culmine nell'Ascensione, e la sua vita era soltanto apparentemente
terrena, avendo già pregustato la beatitudine.
L'Altissimo le aveva voluto dare una comprensione così ampia del premio
futuro perché da un'anima ancora viatrice gli salisse una voce di compresa
riconoscenza.
L'esaltazione del Figlio faceva godere immensamente la Madre, traendola a magnificare
senza posa la Divina Bontà; e ringraziava per Gesù, per tutti i suoi
figli di adozione, in gran parte all'oscuro dei benefici derivati ad essi dalla Redenzione
compiuta.
Nei giorni precedenti la Pentecoste, Maria era in queste disposizioni. La luce celeste
che la compenetrava, la teneva separata dalla terra con le potenze spirituali spazianti
in cielo.
Ed ecco - affrettato dalle ardenti aspirazioni di Maria discendere, nell'ora che
corrisponde alle nove antimeridiane, il Fuoco della Pentecoste.
Come un Sole discese su di Lei, dal quale uscirono tante fiammelle che andarono a
posarsi su ognuno dei presenti, operando in essi una meravigliosa trasformazione
di grazia, adeguata alla missione della quale ciascuno era stato investito (14.5.1951).
Il privilegiato fu Pietro, eletto ad essere la pietra di fondamento della Chiesa,
il primo Vicario di Cristo, che direttamente gli aveva conferito la pienezza del
potere e dell'autorità. In un attimo, il timido e rozzo pescatore, che aveva
dato prove così evidenti della sua debolezza, divenne un grande santo,
riportante in sé tutte le caratteristiche della perfezione più alta.
Al suo intelletto fu data una penetrazione acutissima dei Misteri divini, delle sublimi
operazioni della grazia, e in maniera infallibile in materia di fede. Venne pure
arricchito in misura grande dei doni e dei frutti dello Spirito Santo.
Pietro comprese di dovere tanto alla Madre di Dio, intuendo il compito di Lei in
favore della nascente Chiesa, e sempre le rimase devoto.
Ella, da parte sua, si teneva innanzi a lui - nel quale vedeva risplendere l'autorità
dell'Altissimo - nell'atteggiamento della più umile sottomissione.
Imitando Maria Santissima, viviamo in perfetta unità con Dio: potremo dare
così un valido aiuto alla Chiesa e al dolce Cristo in terra (15.6.1943).
2.
Come descrivere gli effetti
prodotti nell'anima di Maria dalla discesa dello Spirito Santo?
Lo aveva promesso il Divino Maestro, parlando ai suoi, che, venendo lo Spirito Santo,
avrebbero ricevuto la comprensione delle cose da Lui insegnate, delle verità
riguardanti il Padre, la sua vita divina, i suoi Misteri; ma la Madre, già
tanto avanzata in questa conoscenza, che cosa avrebbe appreso di più?
Nella Santissima Trinità lo Spirito Santo è il vincolo sostanziale
dell'amore, e l'effetto tutto proprio di questo divino Spirito è quello di
favorire, alimentare e rendere sempre più intimo il legame fra l'anima e Dio.
In maniera ineffabile, che varia a seconda dei soggetti, lo Spirito Santo
dà un grado di partecipazione alla vita divina che è essenza di amore:
Deus charitas est.
L'anima immacolata di Maria, cielo di Dio, paradiso terrestre del Verbo incarnato,
dalla Pentecoste venne resa partecipe della vita divina in grado inferiore soltanto
a quello del Figlio.
Chi potrà immaginare l'ardore di carità che divampò nel suo
cuore? Il poter resistere a quel fuoco fu un miracolo di grazia che dovette moltiplicarsi
per conservarle la libertà di poter attendere, come doveva, alle esigenze
di una vita terrena.
L'ultimo periodo della sua esistenza terrena fu insieme Getsemani e Tabor: il suo
preziosissimo martirio d'amore.
Con quale ordine operava in Lei lo Spirito Santo e come armonicamente rispondevano
le sue potenze ai divini impulsi! (18.5.1951).
L'eccezionale elargizione di grazia della Pentecoste, questo secondo adombramento
dello Spirito di Dio, costituì solennemente la Vergine, Madre della Chiesa
(29.5.1950).
Il Divin Padre, che aveva voluto donarci il suo Figlio per mezzo di Maria, volle
ancora servirsi di Lei per elargire alla Chiesa il suo Spirito. In quel punto
Ella ricevette dalla Santissima Trinità la solenne investitura della sua maternità
universale di grazia su tutti i redenti.
Sotto l'azione degli ardori illuminanti del Parac1ito, Maria vide lo svolgimento
della vita della Chiesa e il compito che Ella avrebbe dovuto svolgere per l'accrescimento
e lo sviluppo di essa: compito materno tutto simile a quello compiuto per Gesù.
La Vergine benedetta, dopo il Mediatore Gesù, è Mediatrice di grazia,
perché, avendo cooperato tanto da vicino alla Redenzione (essendo suo il sangue
del riscatto) conveniva le venissero affidati, per distribuirli alle anime, i frutti
del Sacrificio che ci ha redenti (15.6.1943).
3.
Parla Maria: «Durante
il periodo di ritiro in attesa dello Spirito Santo, la mia azione si limitò
alla preghiera e al silenzio, benché gli Apostoli volessero sapere da me tanti
particolari riguardo alla vita di Gesù. Parlai pochissimo, del solo necessario,
comprendendo di dover cooperare col silenzio e con la preghiera alla trasformazione
che la grazia avrebbe operato in loro.
Voi pure preparatevi a ricevere le visite del Divino Spirito col silenzio e la quiete
delle potenze: condizione essenziale per la vita di contemplazione e di unione.
Ai doni di Dio si deve premettere il raccoglimento, la preghiera, il silenzio»
(15.6.1943).
«Potrete così conseguire quel candore interno che renderà la
vostra anima come un santuario nel quale, secondo la promessa evangelica, il Padre,
il Figlio e lo Spirito Santo fisseranno la loro dimora. Tutti voi siete desiderati
a questa vita di intimità con Dio: vita di adorazione e di contemplazione.
Sia pure nel grado più semplice, ciascuno può e deve pervenirvi»
(13.6.1943).
Avendo chiesto con semplicità alla Madonna a quale dei doni ricevuti dallo
Spirito Ella desse la preferenza, dopo avermi sorriso, ha risposto: «Alla carità.
Questo è il dono dei doni, quello che immette in Dio con la massima immediatezza
e penetrazione, perché Dio è Carità».
Non vi è lingua umana che possa esprimere la comunicazione che l'Eterno Amore
diede di sé alla sua immacolata Sposa.
Nel giorno della Pentecoste, Maria Santissima rimase tutta presa da quell'incendio
consumante, e soltanto per un continuo miracolo poté ancora per lunghi anni
vivere qui in terra. «Ma era giusto, dice Ella, che il nulla tornasse al suo
niente e finisse di consumarsi per la gloria e il servizio del suo Signore!»
(5.6.1950).
prossima > |
Testi tratti da: Madre Maria Costanza Zauli, Rosario ed Eucaristia, Roma: Città Nuova, 1995/3, e da altri appunti pro manuscripto