Serva di Dio
MADRE MARIA COSTANZA ZAULI
ROSARIO ED EUCARISTIA
contemplazioni sui misteri
*


La Madona mi ha fatto comprendere
che ogni anima eucaristica
deve riflettere in sé
le impronte dei Misteri del Rosario


La Madonna di San Luca, patrona di Bologna,
venerata nell'omonimo santuario


2° Mistero della Gloria

Il Cristo glorioso torna al Padre

Ascendo al Padre mio e Padre vostro,
Dio mio e Dio vostro.
(Gv 20, 17)

1.

Come ho seguito la Passione e la Risurrezione, così, per una grazia della mia Madre del Cielo, ho potuto seguire l'ammirabile Ascensione di Gesù.
La Madonna, nelle frequenti visite che il Figlio le faceva nei quaranta giorni che ancora trascorse in terra, era stata preparata alla separazione, ma non per questo senti meno la pena del distacco. Anzi, dopo le effusioni di una tenerezza che si era dimostrata tanto viva, il suo cuore materno sentiva più lacerante lo strappo sanguinoso.
Maria Santissima era presente nel luogo ove avvenne l'Ascensione, ma un poco distante dal gruppo degli Apostoli.
Il momento fu quanto mai commovente e grandioso.
L'Umanità gloriosa del Risorto, già tanto bella e splendente, nell'atto di ascendere, assunse una bellezza tutta divina. Si sarebbe detto che il Padre v'imprimesse lo splendore della sua stessa Essenza in maniera ineffabile!
Gesù guardò la Madre sua, i suoi... poi volse lo sguardo in alto. Quale poema d'amore in quegli sguardi!
Fissando la Madonna con espressione d'intensissima tenerezza e bontà, la mise intimamente a parte dei sentimenti che impegnavano il suo cuore, le aprì la conoscenza dei più alti misteri, delle meraviglie divine, facendole pure intendere quanto contasse su di Lei per il consolidamento della Chiesa e per l'assistenza ai diletti Apostoli.
Per una madre come Maria, il vedere coi propri occhi l'esaltazione del Figlio che adorava, la felicità e le ricchezze del Regno del quale entrava in possesso, era motivo più di gaudio che di pena. Tanto più che vedeva l'esultanza del Padre, la gioia che gustavano nell'abbraccio che beatificava l'Umanità del Redentore, dopo il duro travaglio della Passione.
Com'erano compensati gli obbrobri, gli abbassamenti, le umiliazioni subite! Dal Calvario al Cielo!
L'Ascensione è il vero coronamento della Redenzione.
L'uomo che per la colpa era rimasto escluso dalla celeste eredità, in Gesù Uomo-Dio viene a riacquistarne il diritto e ad essere innalzato fino alla destra del Padre. È l'elevazione della natura umana che rende ammirabile questo Mistero.
Come Verbo di Dio, il Figlio non aveva perduto nulla e niente aveva da acquistare; ma come Figlio dell'uomo, capo dell'umanità redenta, viene accolto come Re vittorioso con onori sovrani, dall'intera Corte celeste.
Che avrà provato il cuore materno di Maria a una tale constatazione? Molto volentieri avrebbe condiviso la sorte del Figlio; ma Egli pareva accennare ancora ai suoi, rimasti in uno smarrimento estremo... Soltanto Giovanni conservava un contegno dignitoso e forte, e ciò forse perché intuiva qualcosa della gloria dell'amato Maestro.
Con quanto tatto e finezza materna Maria seppe raccogliere intorno a sé il piccolo e smarrito gregge, per tenersi tutti uniti nella preghiera in attesa dello Spirito promesso! (3.5.1951).

2.

Nel cuore del Divino Maestro è l'ansia di giungere all'istante dell'abbraccio col Padre, al quale tornava dopo aver compiuto l'opera per la quale era stato mandato agli uomini.
Dio è puro spirito, tutta luce e forza di carità, e l'incontro di Gesù col Padre fu una reciproca effusione d'amore e di gaudio che si riversò nell'Uomo-Dio nella glorificazione che gli venne data alla destra del Padre, riverberata su tutti gli eletti.
Le ricchezze di gloria con le quali il Padre ha adornato l'Umanità del Figlio superano ogni nostro intendimento. L'onnipotenza di Dio pare abbia voluto esaurire tutte le sue possibilità nella glorificazione di Gesù, compiacendosene ineffabilmente ed estendendo a tutti i redenti il diritto al godimento di quella felicità (30.5.1946). Il posto che Gesù è andato a preparare ai suoi è il grado di gloria di beato possesso del Sommo Bene che, per i meriti della Passione, possiamo conseguire.
Il Paradiso, la felicità non è altro che Dio all'anima e l'anima a Dio.
Chi potrà anche soltanto immaginare in qual grado e misura ciò sia per l'anima di Gesù? Come Verbo è uno col Padre, ma dopo l'unità fra le Persone della Trinità viene l'unione ipostatica, quale soltanto esiste in Gesù Uomo-Dio.
Compiuta la missione redentrice, non fu più necessario trattenere l'onda del gaudio beatificante nelle potenze superiori e, nell'Ascensione, la sacrosanta Umanità del nostro Salvatore fu interamente pervasa dalla beatitudine.
In Cristo Capo confluisce tutta la grazia e la gloria che da Lui si riverserà nelle membra del suo Corpo Mistico, ma quella che traboccherà nei Santi è un minimo a confronto di quanta ne accoglie la capacità quasi infinita della sua anima divina.
Nessuna creatura umana e angelica potrà mai comprendere l'ampiezza, la ricchezza, la sublimità della gloria raggiunta dall'Umanità del Risorto asceso al Cielo.
Se un minimo di beatitudine sarà sufficiente per farci pienamente felici, se un piccolo barlume che ne raggi in questa oscurità basta per estasiarci, che sarà la felicità di Gesù?Che sarà la nostra felicità quando finalmente lo avremo raggiunto lassù? (6.5.1948).

3.

Avrà sofferto la Madonna allorché il Figlio la lasciò per ascendere al Padre? Ma potrebbe dirsi che la lasciasse, tanto erano inseparabilmente uniti?
Dopo la Risurrezione, il Sole del Verbo ascendeva trionfalmente nel cielo interiore di Lei, terso, sereno, irradiandolo di divina chiarezza.
Prima di ascendere al Padre, Gesù aveva voluto ascendere così nel cielo della Madre sua, e con la misura del suo amore per Lei, aveva voluto compensarla ad usura di ogni sofferenza patita, facendola depositaria e dispensatrice di tutti i tesori di grazia della Redenzione. In quell'istante Ella venne incoronata dall'amore del Figlio ancor prima della sua incoronazione nella gloria.
Come si compiaceva Gesù di poter elevare ed ornare tanto la sua diletta Madre!
La Madonna, da parte sua, si teneva nel semplice atteggiamento della sua perfetta umiltà; era tutta in Dio, nell'ammirazione, nell'adorazione, riportando nell'anima e negli occhi il riflesso del compiacimento che leggeva nel Figlio, nel gaudio di un amore che vinceva quello degli stessi Spiriti del Fuoco...
Così Gesù volle presentare la Madre al Padre suo; e quello fu un incontro che potremo penetrare soltanto lassú.
A differenza di quanto avviene nei favori che vengono concessi a certe anime singolarmente privilegiate, questo concesso a Maria Santissima non fu passeggero, ma stabile, fissandola in un grado di unione con Dio che non avrebbe subito mutamento, continuando, anzi, a produrre in Lei sempre nuovi e più preziosi effetti di grazia (15.5.1947).

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Con approvazione ecclesiastica

Testi tratti da: Madre Maria Costanza Zauli, Rosario ed Eucaristia, Roma: Città Nuova, 1995/3, e da altri appunti pro manuscripto


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