Serva di Dio
MADRE MARIA COSTANZA ZAULI
ROSARIO ED EUCARISTIA
contemplazioni sui misteri
*


La Madona mi ha fatto comprendere
che ogni anima eucaristica
deve riflettere in sé
le impronte dei Misteri del Rosario


La Madonna di San Luca, patrona di Bologna,
venerata nell'omonimo santuario



Misteri del Dolore

Preludio ai Misteri del Dolore

III. La Cena pasquale

Il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni . volta che ne bevete, in memoria di me».

(1 Cor 11, 23-25)

1.

Giovedì scorso, mentre partecipavo con la comunità all'ora di adorazione solenne, Gesù attrasse a sé l'anima mia e mi portò a penetrare nel Cenacolo proprio nel momento dell'istituzione dell'Eucaristia, e con infinita bontà mi aprì i segreti del suo cuore.
Mi fissai nel mio Divino Maestro e lo vidi nel momento in cui, quasi trasportato da un'incontenibile veemenza di amore, ideato il modo mirabile di appagare le sue brame, sollevò lo sguardo al Padre per sollecitarne il consenso
Che ineffabile incontro fu quello!
Erano sempre uniti, ma quello fu un momento di particolarissima comunione dell'Uomo-Dio col Padre suo.
Sono nell'incapacità di ridire quanto ho intuito di quell'incontro... Un mare di dolcezza e un oceano di amarezza; perché nello stesso punto furono presenti i trionfi, le conquiste dell'amore e le ingratitudini, le incomprensioni, i tradimenti.
Giuda era là presente, quasi ad esprimere la somma delle empietà sacrileghe che la malizia umana avrebbe moltiplicato lungo i secoli intorno al Sacramento dell'Amore.
Vi fu una lotta immane nel cuore del Divino Maestro.
Il timore che il suo dono potesse essere causa di maggiori offese al Padre suo lo tratteneva... Ma l'ultima vittoria volle essere dell'amore, e il cuore di Gesù volle tenere presente soltanto il compiacimento che avrebbe tratto dalle sue anime fedeli e amanti. Fu questo miraggio d'amore che addolcì, fino a renderle desiderabili, le sofferenze più acerbe e tutti gli strazi dell'imminente Passione (19.11.1945).
La Madonna mi ha confidato come, nell'istante dell'istituzione del Santissimo Sacramento, venne dal Figlio suo intimamente associata al gaudio che fece trasalire il cuore divino allorché venne a contatto con le sue creature. Era il palpito generatore dei vergini! Ella in quel momento agonizzò pure col Figlio prevedendo l'incomprensione, l'ingratitudine, l'orribile tradimento con cui si rispondeva a un sì immenso dono d'amore (20.2.1947).
Pure la Madonna ricevette l'Eucaristia durante la Cena pasquale; e tornò a gustare le gioie dell''Incarnazione.
Ella afferma che il ricevere la Santa Comunione con le dovute disposizioni porta alle anime effetti di grazia in tutto simili a quelli che la tennero dall'Annunciazione al Natale di Gesù in una continua estasi d'amore (27.3.1947).

2.

La Madonna, da tempo, per le confidenze ricevute dal Figlio, sapeva che sarebbe stato vilmente tradito da uno dei suoi, e, con crescente ansia materna, aveva seguito tutti i passi di quel disgraziato. Gesù, pur conoscendo la fine che avrebbe fatto il traditore, non poteva rassegnarsi a perdere la speranza di una possibile salvezza per quell'anima, e contava sulla libertà di lui, padrona della sua sorte fino all'ultimo istante.
Si sarebbe detto che il Divino Maestro prediligesse Giuda sugli altri, tante erano le finezze, le attenzioni che gli usava... Lo aveva costituito quasi economo della famiglia apostolica per dargli una prova di fiducia, e in vari modi si studiava di insinuarsi in quell'anima proclive ad assecondare le passioni, ma nulla era valso ad ottenere qualche buon risultato; ed ora era sulla china del precipizio.
Quale strazio per Gesù e per la Madre sua! E quale mistero!
Come e quanto fu scongiurato il Padre per ottenere la revoca della sentenza che già pesava sul traditore!
Anzi, Maria, venuto il crepuscolo di quel giorno fatale, non riuscendo più a dominare la sua ambascia, con tutto il riserbo e la segretezza che il caso richiedeva, cercò di porsi sulla via che conduceva al Cenacolo, mantenendosi nascosta fino a quando il disgraziato apostolo vi si portò.
Arrivò ultimo, a passi concitati, in maniera che si notava in lui qualcosa di sinistro e oscuro.
La Madonna voleva dare un tocco soavemente materno a quel cuore travolto dalla passione e, silenziosamente, con l'espressione di un amore che si sarebbe creduto dover trionfare di ogni più ostinata resistenza, si mise là dove quel figliolo avrebbe dovuto necessariamente passare. Giuda di lontano riconobbe Maria ed ebbe un primo moto di urto. Se avesse potuto sfuggirla, lo avrebbe fatto volentieri: quell'incontro - dominato com'era da Satana - gli era insopportabile.
Ma l'amorosa Madre, ancor più accorata per quelle diaboliche disposizioni che intuiva con tutta chiarezza, intensificando la sua preghiera all'Altissimo, si avvicinò in maniera da non poter essere evitata. E il miserabile ebbe l'ardire di disprezzare Colei che veniva ad offrirgli la salvezza!
Con un urtone villano la respinse, quasi gli tardasse il momento di entrare là ov'era atteso, e bieco, torvo, si precipitò nell'atrio del Cenacolo.
Vorrei essere capace di riprodurre l'espressione del dolore di Maria Santissima in quel momento...
Lo sguardo sollevato in alto, le mani con le dita intrecciate sul cuore. Pareva la viva statua della sofferenza
«Sì, figliola, afferma Ella stessa, lo strazio sostenuto per la morte del mio Gesù ai piedi della Croce non ebbe l'amarezza di quello schianto!».
Inoltre, Ella sentiva quanto passava in quel momento nel cuore del Figlio e, col tradimento di Giuda, aveva presenti quanti nel corso dei secoli, per loschi fini, per il più basso interesse, avrebbero rinnovato quel sacrilego mercato... (16.2.1951).
Dopo la trafittura lacerante del tradimento di Giuda, altra pena sentitissima fu per il cuore sensibilissimo del Divino Maestro l'incomprensione, la scarsa corrispondenza dei suoi là nel Cenacolo, nell'ora delle supreme effusioni dell'amore.
Gesù doveva toccar con mano quanto quei suoi prediletti fossero lontani da Lui, chiusi nelle loro idee, nei loro pregiudizi, ben diversi dal come li avrebbe desiderati.
Lo stesso Pietro, che Gesù amava d'intensissimo amore come colui che aveva eletto a pietra fondamentale della sua Chiesa, fra breve, nonostante le sue proteste di fedeltà, lo avrebbe vilmente rinnegato...
Come avrebbe bramato il Signore di poter presentare al Padre come primizia dell'opera sua il più luminoso trionfo della grazia nei pochi prescelti! Il suo amore, pur maternamente magnanimo nel compatimento, non poteva velare la verità.
Come uomo, Gesù ne soffriva intensamente, sebbene alla sua divina prescienza fosse nota la mirabile trasformazione che lo Spirito Santo avrebbe operato nel collegio apostolico.
A Lui, intanto, quella soddisfazione era negata; e ciò gli cagionava un'inesprimiiíle sofferenza.
Pareva che il cuore del Maestro ne rimanesse crudelmente lacerato, ancor più che non lo sarebbero state le sue carni sotto la sferza dei flagelli (20.2.1951).
Maria Santissima, che intuiva tutto, quanto soffrì anche per questo! Il Figlio di Dio veniva per offrirsi in sacrificio di riparazione e questo era pure il programma assegnato alla Madre sua. E per amore! La Vittima redentrice sarebbe stata immolata dall'amore. Come ciò appare evidente dall'ultima infuocata preghiera di Gesù nel Cenacolo! Vi si respira l'ampiezza della sua carità, nel gaudio della certezza che dal suo sacrificio sarebbe venuta alle anime la grazia per vivere perfettamente il suo Comandamento nuovo, giungendo - per Lui - alla consumata unità col Padre (8.3.1951).

3.

Parla Gesù: «Fu una forza travolgente, un ardore incontenibile di divina carità che mi spinse ad istituire l'Eucaristia.
Fu l'amore per le mie creature, il desiderio di potermi unire intimamente ad esse fino a farmi una cosa sola con ciascuna onde sollevarla con me al Padre, che mi determinò ad inabissarmi nell'annientamento sacramentale.
La mia brama più ardente era ed è quella di poter ammettere le anime alla più intima comunicazione di amore col Padre mio, di svelare ad esse i suoi tesori di grazia e i suoi disegni di misericordia. Fin dall'istante dell'istituzione del gran Sacramento, al mio sguardo profetico furono presenti tutte quelle creature che il divino disegno avrebbe associate alla mia opera redentrice, e per tutte, che avrei potute stringere nell'abbraccio della comunione, il mio cuore ebbe un palpito d'immenso amore.
Per le consacrate si sprigionò dal mio petto una tale corrente di amore che sarebbe rimasta nella sua efficacia fino alla consumazione dei secoli, traendo a me innumerevoli schiere verginali e conferendo ad ognuna la forza di vincere ogni ostacolo ed ogni umana lusinga.
Questo fuoco, questo ardore di carità arde vivo nel Santissimo Sacramento; e quando l'anima si abbandona interamente alla sua forza, viene purificata, liberata da tutte le scorie e trasformata dalla grazia così da venire gradatamente identificata a me.
Se le mie creature sapessero quanto sono amate!Dall'istante in cui scesi nell'annientamento sacramentale, pregustai la gioia che avrei provata quando esse si sarebbero date vinte al mio amore (11.8.1942).
Se conosceste il dono di Dio e quale fonte d'acqua viva avete sempre a disposizione nel Sacramento eucaristico, quanto più copiosamente ne attingereste!» (5.9.1942)

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Con approvazione ecclesiastica
Testi tratti da: Madre Maria Costanza Zauli, Rosario ed Eucaristia, Roma: Città Nuova, 1995/3, e da altri appunti pro manuscripto

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